L’ Alta Badia è uno dei tanti posti si sicuro fascino per godere della montagna sia per la bellezza del luogo stesso sia per quella dei luoghi limitrofi che puoi raggiungere senza stare troppo in macchina. Ci sono numerose escursioni, anche lunghe volendo, da fare e ci sono pure alcuni sentieri attrezzati che non sono ferrate, ma richiedono già di provare la risalita e/o la discesa con l’ausilio del cavo.
Grande CIR, per esempio, non presenta vera esposizione, ma solo una salita un po’ faticosa del canale detritico fino all’ attacco e, poi, un percorso in buona parte assicurato su pendenze a tratti più accentuate ma mai critiche. C’è pure qualche punto dove semplici roccette (sempre attrezzate) fanno provare il gusto di arrampicarsi proprio. Ed anche qualche punto dove puoi misurare (in maniera molto moderata) il tuo battito cardiaco al cospetto di qualche vista un po’ (ma poco poco) più aerea. In cima, una spettacolare vista sul Puez e sul Sella (e non solo) è la giusta ricompensa e il luogo ideale per un panino. Attenzione che bisogna anche ridiscendere lungo il cavo perché non c’ è altra strada. Questo può essere istruttivo, ma ti conviene provare a scendere subito il primo tratto che sali all’ andata per farti un’idea della sensazione prima percorre tutto il tragitto. Se sei allenato è una escursione da mezza giornata o poco più a prendersela comoda.
Val Setus, esattamente di fronte, sul Sella, porta al pianoro sommitale attraversato il quale si può raggiungere il Rifugio Pisciadù, posto vicino al laghetto che forma l’ omonimo rio che scende dalla cima Pisciadù. La risalita fino al tratto attrezzato è ben più lunga di quella del Grande CIR e conviene parcheggiare a passo Gardena e imboccare il sentiero che da lì parte che ti fa risparmiare una parte della risalita del vallone detritico. Anche qui, vere difficoltà da ferrata non ci sono perché non è una ferrata. Però il tratto attrezzato richiede un po’ di attenzione e vale sempre come prova nel tuo caso. Si scende per lo stesso percorso, dopo aver fatto tappa al rifugio, perché l‘alternativa è un’altra discesa attrezzata che incrocia Val di Mezdì, ma è più difficile da percorrere (in discesa).
Volendo ci sarebbe anche Sassongher, a due passi, sopra Corvara che si presenta molto simile al Grande CIR come tratto attrezzato. Però il percorso è molto più lungo e, soprattutto, il sentiero di avvicinamento presenta tratti molto stretti ed esposti sulla forte pendenza al lato. Non si tratta di una cengia, ma il dirupo è molto pendente e può dare fastidio se, come dici, non hai familiarità con la vista aerea. Inoltre, non essendo attrezzato, quella parte di sentiero richiede passo fermo perché una scivolata nel punto sbagliato può rivelarsi fatale.
Sui primi due potresti provare per conto tuo (sempre con imbrago, kit e casco) eventualmente facendo marcia indietro se vedi che non te la senti e le cose sono diverse da come te le immagini. Per il terzo si potrebbe dire lo stesso, ma siccome non si può sapere cosa uno intenda effettivamente con sensibilità alla vista aerea, per quei tratti di sentiero magari meglio pensarci. Chiaramente, si può sempre tornare indietro appena si vede come sono, senza spingersi troppo oltre.
Come ferrata vera c ‘ è poi una sorta di palestrina per neofiti ferratisti: il Piccolo CIR che è a fianco al Grande CIR. Si risale sempre un po’ faticosamente fino all’ attacco, ma qui comincia una breve, ma vera ferrata, con scaletta, arrampicatina breve, ma verticale e ultimo passaggino per la cima brevissimo ma che richiede un po’ di dote atletica. Questo pezzettino va poi ridisceso, ma per il resto c’ è un sentiero, inizialmente un po’ ripido, dentro un canalino detritico e poi più facile che riconduce in basso. Siccome è relativamente semplice, è molto frequentata. Visto quel che hai detto, non penso sia il caso che tu ci vada da solo. Ma se prendi la guida è probabile che sia una delle possibili mete in zona per farti provare l’esperienza perché, pur essendo in miniatura, presenta già le caratteristiche tipiche di una vera ferrata.
PS: se andrai, anche in quei sentieri attrezzati, dovrai avere il kit e dovrai saperlo usare e questo è ovvio. Meno ovvio è ricordarsi che la prima cosa da indossare e l’ultima da togliere è sempre il casco. Questa operazione va fatta prima arrivare alla base di attacco perché lì tante volete sei già in zona caduta sassi. Meglio di tutto è indossare l’intera attrezzatura NON sotto le pareti. Quindi un po’ prima di dove, tante volte, si vedono capannelli di persone incuranti farlo.