MERAVIGLIE SAPPADINE
Sono arrivato alla fine della vacanza, queste tre settimane sono veramente volate, ed arriva purtroppo il momento di fare i bagagli.
Il giorno del rientro è l' ultimo sabato di agosto: non ci vuole un mago per immaginare il finimondo di traffico che ci sarà, quale modo migliore per evitarlo, se non con il giro finale della vacanza?
Dopo tre giri "fuoriporta", torno a sceglierne uno non proprio dietro l' angolo, tanto poi devo tornare a Padova e la distanza è simile: vado a Sappada, gli obbiettivi del giorno sono il sentiero attrezzato Corbellini prima, e la Forca dell' Alpino poi, passando per il Rifugio De Gasperi.
Motivo principale per percorrere il Sentiero Corbellini, oltre ai bei panorami, è la sua spettacolare arditezza - è quasi interamente scavato nella roccia - unita alla sua travagliata storia: nato come mulattiera turistica negli anni trenta per collegare comodamente Sappada al Rifugio De Gasperi (l' unica alternativa era un su e giù per ghiaioni e forcelle che farò poi al ritorno), a causa dei continui franamenti che regolarmente distruggevano i vari ponticelli, è stato trasformato alla fine in un vero e proprio sentiero attrezzato, re-inaugurato giusto tre settimane fa.
Bene, i bagagli sono pronti e già in macchina, preparo lo zaino, ultimo rum-cooler a salutare i ragazzi e nanna presto.
Suona la sveglia, altrettanto presto, e via come un caccia verso Sappada: per strada non trovo praticamente nessuno, e riesco a concedermi anche una tappa cappuccino prima di mettermi in marcia.
Parcheggio in un piccolo piazzale dal nome simpatico: Piazzale degli Asini
La giornata è... insomma, c' è un po' di foschia, ma guarda che cielo, neanche una nuvola
La riapertura del sentiero, assieme alla bella giornata, ha richiamato parecchia gente, li lascio andare avanti mentre con calma mi preparo, poi mi metto in marcia anch' io: sentiero 316, destinazione Passo Siera e Rifugio De Gasperi
Comincio attraversando un ponte su un piacevole torrentello... sembra uno come tanti... ma non è:
questo torrentello è IL PIAVE, il Fiume sacro alla Patria che un secolo fa - assieme al Monte Grappa - segnò la capacità e la voglia di riprendersi del nostro Esercito dopo la batosta di Caporetto
Il sentiero, pur essendo inizialmente una strada sterrata, ti da subito la botta, bello in tiro
e paradossalmente la pendenza si attenua quando diventa una smplice traccia
traccia che alterna attraversamenti nel bosco a passaggi aerei, talvolta attrezzati con qualche cavo
proprio da questi passaggi mi gusto la vista della verde conca sappadina, dominata da Rinaldo e Lastroni
bon, dentro di nuovo nel bosco, vedo la luce, esco e...
SBADADAM
in fondo alla valle compare il Cretón dell' Arco, che domina il Cadin delle Vette Nere
Queste visioni non possono che invogliarmi ancora di piú, quindi avanti, marsch!
Dopo le visioni rientro nel bosco, per uscirne lungo il greto del Rio Siera di Sappada
e da qua in breve sono ai verdi pascoli di Passo Siera
Mi aspettavo di trovare le regine al pascolo, ma niente da fare: la vecchia Casera Siera è in ristrutturazione dopo anni di abbandono (chissà che ci facciano un agriturismo/rifugio, la posizione è stupenda!) e le mucche per quest' anno sono da un' altra parte
Qua una tabella è inequivocabile: Sentiero Corbellini, si comincia
La primissima parte del sentiero segue una tranquilla strada sterrata, sotto lo sguardo vigile delle Vette Nere
strada che in breve diventa piacevole traccia che punta verso il bosco
Il passeggio nel bosco dura poco: in un attimo si è fuori, ed il sentiero comincia a tagliare in costa giusto sotto le Vette Nere: è solo l' antipasto di quello che vedrò
Arrivo all' inizio delle attrezzature
qualche anno fa si sarebbe passati su un comodo ponticello, peccato che sia finito la sotto
Poco piú avanti invece un altro ponticello è stato risparmiato
conduce ad una bella cengia baranciosa
Poi di colpo dentro nel bosco
per poi uscirne su un' altra cengia
Da qua il sentiero inizia a mostrare la sua spettacolare arditezza
Giú con l' aiuto di staffe (anche qua in origine c' era un ponticello)
e tu guarda che spettacolo, guarda che razza di sentiero
Il godimento qua è massimo
Poi, come all' improvviso, riappare il bosco
seguito da una piacevole passeggiata tra i prati, incredibile!
Poi altro colpo di scena, il piacevole prato si trasforma nell' attraversamento di un canale di frana
Come nulla fosse, il sentiero torna a tagliare piacevolmente in costa
e poi sbadadam, subito ti ripresenta un' ardita cengia artificiale! mille cambi di ambiente uno dietro l' altro, continuamente, senza lasciarti abituare, senza mai farti assuefare, stupendo
cengia che ovviamente va ad attraversare un canale sbudellato, altrimenti che gusto ci sarebbe?
sempre piú spettacolare
I continui cambi tra cengia artificiale e piacevole sentiero in costa si susseguono incalzanti
poi un breve passaggio nel bosco ti catapulta su splendidi pratoni
pratoni che portano alla base dei Clap
Da qua è ben visibile buona parte del seguito, oltre al rifugio, che sembra ormai vicino
Sisi, aspetta e spera
Superati i pratoni, si affaccia una serie di canali ravanosi da attraversare
Arrivo al primo, il ramo orientale del Vallone di Riobianco
sovrastato da una serie assurda di pinnacoli, spettacolo
appena superato questo primo canale, il sentiero prende quota, e voltandosi alle spalle è possibile vedere il sentiero di avvicinamento alla Ferrata dei Cinquanta, non visibile da sotto perché franato anche lui
Riprendo la traversata, piú avanti si vede una bella selletta "ravanage", peccato che il sentiero non passi la in mezzo
lui invece continua con la sua stupenda cengia
Guarda che f'gata
Ho appena ripreso la beata passeggiata, quando arrivo a quello che probabilmente il passaggio piú impegnativo del percorso: ci si infila nel ramo occidentale del Vallone di Riobianco con una discesa dritto per dritto, con l' aiuto di alcune staffe.
Quando dico dritto per dritto, intendo proprio dritto per dritto
arrivo nel fondo del budello, mica male
riemergo
Adesso la cengia torna a farsi tranquilla
Si affaccia il bosco, dai che ci siamo!!!!
ehm, come non detto
l' attraversamento del Vallone di Clap Grande è comunque l' ultima fatica: una volta superato, il sentiero si infila nel bosco ed in breve arriva al Rifugio fratelli De Gasperi, dove mi aspetta il meritato pranzo: una bella zuppa seguita da frico e polenta
Pranzo, mi rilasso, chiacchero con i ragazzi del tavolo accanto e coi gestori, caffettino-grappino-sigaretta di rito e sono pronto a rimettermi in marcia
Passo davanti alla chiesetta di Maria Ausiliatrice
e via lungo il sentiero 232 per Passo dell' Arco attraverso Forca dell' Alpino e Forcella dei Cadini
Breve tratto mistobosco, poi il sentiero svolta e...
...AAAAAAAAAAA
l' ingresso in Vallon di Clap Grande, dominato dall' omonimo Cretón, è qualcosa di stupendo!
Dopo una breve serie di tornanti, il sentiero si infila nell' alveo di frana, welcome to paradise
Poi rimonta dall' altro lato
e riprende a salire in un ambiente che si fa sempre piú spettacolare
Dopo un piacevole tratto in cui il sentiero non è stato intaccato dai franamenti, torno ad affacciarmi sul canalone per riattraversarlo
via dentro
quando riemergo trovo il Sole che gioca a nascondino con una nuvoletta, che però lo frega lasciando vedere i suoi raggi
qua faccio una sosta benessere, sono da solo in un ambiente supremo, godimento puro
quando mi rimetto in marcia c' è qualcosa che non mi torna: il sentiero pare voler andare a sbattere contro le pareti di Creton di Clap Grande e Creton di Culzei, che qua sembrano quasi fondersi... ehm... e io dove passo?
Ah, ho capito, it's ravanage time
Inizio a salire un canale bello slavato, di quelli che piacciono a me
in breve diventa un budello che manco il Vajo Scuro, ed il sentiero diventa sostanzialmente un continuo salto del masso
Ora, da qua potrei evitare la parte finale del budello, seguendo una breve ferrata allestita qualche anno fa per evitare di passare sotto un masso mezzo incastrato ma pericolante da alcuni anni, ci penso...
no dai, perché attaccarmi ai ferri quando potrei fare un po' di sano ravanage?
E SIA!
Inizio ad inerpicarmi per i vari massi incastrati, la vecchia traccia sembra regolarmente percorsa, ed anche i segnavia sono ancora ben visibili
Arrivo sotto alla minaccia: scoltame ben ciccio, sei stato fermo la per piú di 10 anni, non sta fare el mona proprio desso!
Lui mi ascolta, io passo, ed arrivo ad incontrare i cavi finali
ultimo strappetto
ed eccomi a Forca dell' Alpino, stretto intaglio che separa il Creton di Clap Grande dal Creton di Culzei
Qua mi fumo la sigaretta della soddisfazione, seduto a guardare il motivo del nome della forcella: la Penna dell' Alpino, un gendarme di roccia che sembra proprio la caratteristica penna delle nostre truppe da montagna
Comincio la discesa
sempre larghissimi i canali qua eh?
Supero un breve saltino aiutato da staffe
e poi giú verso il bellissimo Cadin di Dentro, dove sorge il Bivacco Damiana Del Gobbo, già visibile in fondo
Sento un lontano rumoreggiare: davanti si è completamente chiuso, dietro invece domina ancora l' azzurro, speriamo
Arrivo nel cadino, anche lui bello slavato, la Forcella dei Cadini è la bella in evidenza tra Monte Chiesa e Col Lanar,
Comincio l' attraversamento, lasciandomi alle spalle il Creton di Clap Grande, splendido da qua
Passata la testata del catino, il sentiero diventa una piacevole traccia tra i verdi dove rilassare le gambe
Incrocio il sentiero che arriva dal bivacco, ed inizio la salita alla forcella
Nel frattempo il rumoreggiare è finito, ed è tornato in scena il blu
Ultimo strappetto, e sono a forcella dei Cadini
Non mi fermo, tiro dritto nel grazioso Cadin di Fuori
Peccato che si sia chiuso di nuovo ed abbia ricominciato a brontolare
anche perché il posto è uno splendido pascolo alberato, bellissimo col sole, ma che in caso di temporale diventa una selva di parafulmini tra cui fare lo slalom
Esco dal campo di parafulmini e arrivo ad immettermi nel sentiero 317, che sale dalla Val d' Enghe
e sono già in vista di Passo dell' Arco
Vista la minaccia di pioggia rimando la visita all' arco a tempi migliori, e salgo diretto al valico
Da qua in poi sarà tutta discesa!
I tornanti tra i mughi li fumo come un missile
entro nel bosco, e proprio quando raggiungo il bel ponticello sul Rio Siera inizia a piovere
Dopo il ponte rientro nel bosco e mi reimmetto sul sentiero 316 che avevo percorso all' andata; la pioggia è leggera, butto su antipioggia e coprizaino, e in neanche mezzora sono alla macchina.
OVVIAMENTE quando esco dal bosco e percorro gli ultimi 50 metri verso la macchina attacca a diluviare, maziocanon
Facendo il contorsionista sul sedile posteriore riesco a cambiare gli scarponi e la maglia, metto in moto e giú verso Padova: la vacanza è finita, e dopodomani si torna in ufficio.