Sono appena tornato dalla vacanza cadorina, ma già sto pensando al prossimo giro: dopo la falsa partenza dell' anno scorso, è ora di aprire seriamente il capitolo Alpi Giulie.
Controllo il meteo, trovo una finestra buona a cavallo dei due mesi, tra il 31 agosto e il 1 settembre, unico rischio, qualche "movimento" nel pomeriggio dell' 1.
Chiamo in rifugio, c' è posto, prenoto: GIRO ACCESO
Con moooolta calma mi sveglio, faccio colazione, preparo lo zaino e parto in direzione di Sella Nevèa: ho tutto il pomeriggio per salire, me la prendo comoda
Arrivato, mangio un boccone e mi metto in marcia lungo il sentiero 625: direzione Rifugio Corsi!
saluto le padrone di casa
ed inizio a risalire la ex Pista Slalom
Alle spalle si fa vedere il massiccio del Canin: finalmente questo inverno riaprirà la cabinovia slovena da Plezzo, chissà che l' estate prossima riapra anche il rifugio Dom Petra Skalarja e vada in porto un giro che ho in programma da un pezzo
Dopo un primo strappo, il sentiero si immette sulla strada di servizio di Casera Cregnedul
ma dopo un paio di tornanti la riabbandona per infilarsi nel bosco
Il sentiero continua a salire dritto per dritto, fino ad uscire - finalmente - all' aperto in una piccola radura ai piedi della Plagnota
Alle spalle la grande muraglia, prima parzialmente coperta dal Bila Pec, si manifesta nella sua grandiosità
Superati i resti di una struttura militare, il sentiero comincia a traversare lungo il fianco della Plagnota
mentre alle spalle si fa vedere la Casera Cregnedul di Sopra
Tira arietta, e di là si sta pulendo
Supero altri resti, siamo in piena zona militare
Dopo un' alternanza bosco/prato, il sentiero esce definitivamente all' aperto, inizia ad aggirare e...
SBADADAM!
Cima del Vallone e Cima Alta di Riobianco si ergono maestose da dietro la dorsale che scende da Passo degli Scalini
Adesso camminare con queste visioni è una gioia
E alle visioni si unisce il fatto che il sentiero, sempre in costa, sale ben piú tranquillamente che nella parte iniziale
Manca pochissimo al passo: qua l' anno scorso avevo trovato un bel branco di stambecchi tra cui spiccava l' immenso alfa, questa volta invece c' è solo un giovane solitario
Mentre lo fotografo, due betoneghe mi fischiano dietro nel timore di passare inosservate: DEVONO essere loro al centro dell' attenzione
Supero i ruderi di una postazione in caverna
e arrivo a Passo degli Scalini, in fortissimo ritardo sul previsto ma chissenefrega! son salito per godermela, non per fare le corse!
E quando mi spuntano davanti le Madri dei Camosci, l' Innominata, Cima di Riofreddo e Cima del Vallone godo come un matto
Questa è la potenza delle Giulie, e siamo ancora all' antipasto
Inizio la piacevole discesa
e mi si parano davanti le Cime Castrein, l' incognita di domani: andare o non andare?
si, perché nel verso di percorrenza mio, mi aspetterebbe una ripidissima discesa tra i verdi in cui un piede in fallo significa finire diretti sulla Statale
Eccolo, adesso si materializza anche il Campanile di Villaco!
supero il bivio col sentiero 626 che scende da Forcella Lavinal dell' Orso, e comincio a perdere quota con una serie di tornantini
raggiungo anche il bivio col 628 per la sottostante Malga Grantagar, le cui signore non si vedono, ma si sente il loro allegro scampanellío
Passati i tornanti ed il bivio, il sentiero riprende piacevole in quasi falsopiano
passando sotto a...
...boia che roba è????
Questa non è una postazione, è una vera e propria fortificazione! Tutto un fianco è stato traforato
Aggiro, e arrivo sotto l' Ago di Villaco, mentre lo Jof Fuart ancora non si degna di farsi vedere
mi "consolo" (alla faccia ) con l' Innominata e la Cima di Riofreddo
Viene fuori anche l' Alta Madre
e ormai è in vista anche il rifugio
ECCOLO. Lo Jof Fuart si fa finalmente vedere!
La sua cima sembra quasi un ingranaggio, una ruota dentata, messa in cima ad una serie infinita di gradoni e cenge
e poi le Madri dei Camosci, Cima di Riofreddo, Cima Vallone, Cima Alta di Riobianco...
Arrivo al Rifugio Corsi, dove passerò la notte.
Doccia, cena, e gran giro di grappe
Qua conosco una Guida, espertissima della zona e che ha pure scritto dei libri al proposito, che - ahilei - molto probabilmente contatterò l' anno prossimo per alcune scorribande Giuliane... un po' "ruvide"
Si fuma, si beve, e si chiacchera (e si tira matta la muletta "ultima arrivata" dello staff peraltro brava a fare i dolci)
Poi si va a nanna, e prendo sonno come un pero. E va a nanna anche lui
La mattina, manco farlo apposta, Guida e cliente si alzano 2 minuti prima che mi suoni la sveglia: bello riposato scendo a vedere se si becca qualcosa, memore dell' anno scorso quando, a fine settembre, si era illuminato l' Ago di Villaco.
Questa volta niente Ago: si illumina direttamente IL BOSS
e davanti si illumina anche la cresta di confine con la Slovenia
Ah, mi ero dimenticato di farvi vedere il Rifugio! Eccolo qua, preso anche lui all' alba
Bene, tutto contento vado a fare colazione, preparo lo zaino e mi preparo al grande appuntamento.
La mattinata è decisamente incoraggiante sia davanti, lungo la cresta di confine
che dietro, con tutto il gruppo che dallo Jof Fuart alla Cima del Vallone chiude la conca alle spalle del rifugio
Mi avvio lungo il sentiero 627, qua ancora comodo
Penso sia superfluo dire che fin da subito si cammina in un ambiente stratosferico, sovraumano
Sono appena partito, ma già vedo chiarissimo "l' arrivo": Forcella Mosè con... il suo Mosè, chiaro
In breve sono al bivio da cui si stacca il sentiero 625 per Forcella del Vallone, e a quello da cui si stacca la normale per lo Jof Fuart: io proseguo verso Forcella Riofreddo
continuando a camminare sui prati ai piedi delle pareti
Alle spalle il Campanile di Villaco domina la conca, e alle sue spalle la grande muraglia del Canin: SPAZIALE
Sono completamente imbambolato, quando sento dei rumori...
Sono due camosci che se la raccontano!
Se ne fregano di me, sono troppo presi dai loro discorsi...
Io proseguo nel mio viaggio, e piú vado avanti piú si manifestano le magiche forme delle Giulie
Ho dei sospetti sulla cima sotto cui mi trovo, ma ZITTO, non si può Nominare!
Qualcosa mi dice che stiamo entrando nel vivo
mi giro, mi scivola lo zoom: manca poco che svenga: FA-PA-U-RA
Arriva il primo canalino: adesso ci si diverte
poi si comincia a salire in un mix erba/pietra
Ci siamo! Arrivo ad un bivio: da una parte il sentiero 627 per il Rifugio Pellarini, dall' altra si va al SENTIERO ANITA GOITAN
L' ambiente è sempre piú assurdo: la roccia ha forme stranissime, e l' erba colonizza ogni "buco", creando dei giochi di colore incredibili
salgo tra canalini e roccette
e punto ad un "cocuzzolo" che separa la Cima del Vallone dalla Forcella di Riofreddo
In breve eccomi alla forcella, con la caratteristica Madonna degli Artiglieri Alpini
Da qua una volta passava anche il sentiero 627 per il Rifugio Pellarini, scendendo il canalone: resta qualche malridotta attrezzatura, con delle grandi scritte NO
Mi concedo una sigaretta e qualche minuto di relax mentre mi imbrago, poi si comincia!
E subito il sentiero si mostra "non banale": bisogna infatti salire un canalino-cengetta non attrezzato, la cui prima parte è ... espostina
anche se subito dopo il sentiero si "tranquillizza" un pelo (per quanto il termine tranquillizzarsi possa aver senso da queste parti )
subito arriva un altro canalino
e mi trovo su una comoda cengia, piú che altro una bancata: ecco, questa è l' essenza delle Alpi Giulie: una serie infinita di cenge e bancate, pare quasi che chi le ha create sapesse che prima o poi sarei arrivato io
Alle spalle posso ammirare la Cima del Vallone
mentre di fianco la grande muraglia del Canin è qualcosa di spettacolare
La bancata si restringe, fino a diventare cengia
e comincia l' alternanza di cenge e canalini, dentro e fuori
Ed è durante uno di questi dentro e fuori che scopro di essere in compagnía: c' è una mamma stambecco che sta portando il piccolino a passeggio
Tutto contento per l' incontro, vado avanti lungo questo aereo spettacolo
Trovo un breve tratto attrezzato, ed arrivo in vista della cima che non si può dire: l' Innominata
La cengia prosegue fino alla sua forcella
Gli si arriva proprio sotto
poi si risale per canaletti e roccette attrezzate
fino ad un intaglio da cui si vede la conca di Valbruna
Lascio l' Innominata alle mie spalle
e adesso verso Nord, oltre a Valbruna, si vede il Monte Lússari col suo santuario
Riprendo a salire con comodi tratti attrezzati
passo dietro ad uno spuntone
e arrivo in vista delle Madri dei Camosci
Problema! per arrivarci bisogna prima passare la parte piú rognosa di tutto il percorso: due canaletti attrezzati ma infami!
Giù per il primo
tiro un attimo il fiato
e giú per l' altro
arrivo nel bel mezzo del canale che separa l' Innominata dalle Madri
viste da sotto fanno paura
comincio a salire dall' altro lato, prima lungo roccette attrezzate
poi con una scaletta
fino a raggiungere il sentiero sulla larga bancata erbosa
mentre l' Innominata, alle mie spalle, ha nuovamente mutato forma
Adesso comincia la parte "rilassante" del giro: una lunga e spettacolare traversata in cengia
queste muraglie mi fanno impazzire
Sono cosí preso da cenge e muraglie che non mi sono neanche accorto di essere passato sotto l' Ago dei Camosci, una delle strutture piú caratteristiche del gruppo
Non mi stancherò mai di dirlo, l' ambiente delle Giulie è qualcosa di fuori di testa
Proseguo in questa grandiosa traversata
incontrando altre formazioni bizzarre
e sotto di me il rifugio Corsi pare... proprio sotto!
Arriva un tratto attrezzato
che mi porta in vista del grande boss: lo Jof Fuart
Raggiungo la grande bancata sotto la cima
e mi volto a guardare le pareti delle Madri: fanno davvero impressione, incutono soggezione, ti fanno sentire un microbo
Mentre davanti, la sommità dello Jof Fuart diventa uno splendido muraglione
Alle spalle, giusto in mezzo tra lo Jof e le Madri, si forma una nuvola che sembra un cuore
Arrivo ad incrociare la normale che sale dal Rifugio Corsi, dove incrocio un tipo che arriva dalla cima.
Ci fermiamo a fare due chiacchere, poi si riparte ciascuno per la propria strada: lui scende, io continuo a traversare
A panorami come siamo messi?
Bene direi
Arrivo esattamente sotto la cima: non la salgo, perché è in programma con un altro giro, ma è qualcosa di assurdo, guarda che razza di forme ha...
pazzesca
Mi rimetto in marcia e spuntano anche le Cime Castrein, ormai manca poco...
ed infatti eccomi al canalino che scende a Forcella Mosè
Le Cime adesso sono bene in vista
scendo puntando proprio al Mosè che da il nome alla forcella
ed arrivo ai resti delle postazioni proprio alla base del canalino
Eccomi davanti a Mosè
Arrivato ai suoi piedi mi concedo il lauto pranzo che ormai conoscete
Ben piú sostanziosa è la vista dalla forcella, visto che si apre dritta dritta sul Montasio
Mangiato, riposato e fumato, metto via l' armamentario e mi preparo a ripartire verso il rifugio: lascio perdere le Castrèin, non mi fido dei pratoni in discesa dall' altro lato.
Proprio quando sto per ripartire, arrivano due ragazzi dello staff del rifugio, che sono andati a fare un giro proprio alle Cime, e mi confermano che faccio bene a saltarle, meglio salirci nell' altro verso...
Anche perché sta iniziando a rannuvolare, non è proprio il caso di trovarsi su quella roba col bagnato...
Cominciamo a scendere: qua il sentiero sembra quasi umano
Mmm... sicuri?
Ok, godiamoci il breve tratto umano, finche dura...
Faccio una foto a Mosè dal basso
e riprendo la discesa, fino a che mi accorgo che qualcuno si sta grattando
ci guarda, poi si gira a guardare l' infinito
Il sentiero inizia a farsi piú ripido
poi comincia a traversare verso l' altro lato del canalone
mentre il rifugio... è sempre la! O meglio, lo vediamo sempre alla stessa distanza, piú scendiamo e piú sembra che lo spostino
Uuuuh ecco, si comincia a sbudellare
poi finalmente il sentiero si decide a calmarsi
e permette di concentrarsi sui panorami
Questa è la roba da cui siamo venuti giú
Percorriamo rilassandoci gli ultimi metri fino al rifugio, e quando arriviamo troviamo il tipo che avevo incrociato sotto la cima, e la Guida col cliente di ritorno dalla Cengia degli Dei, tutti intenti a bere grappe insieme...
No no no qua non ci siamo proprio capiti
Grappe senza di me? ma scherziamo?
Mi aggrego subito, anzi ingrano la quarta che devo recuperare!
Si ride, si scherza, e arriva il momento di salutarsi: riprendo il sentiero 625 per Sella Nevea
do un ultimo saluto al rifugio
e al boss
e mi metto in marcia
Giro l' angolo, e c' è qualcuno (anzi qualcunA) che mi guarda
la sua socia invece pascola tranquilla in mezzo al sentiero
mi guarda un attimo, e riprende subito a mangiare.
Un fischio della capa però la fa mettere in movimento
A proposito della capa, dov' è finita?
È finita quasi sopra la mia testa! :shock::shock:
Sento un verso venire dall' alto, alzo lo sguardo ed eccola la
io devo passarle proprio sotto, se niente niente scivola mi trovo in braccio sto bambolotto da 60 kili
Poi scende, e quasi mi taglia la strada
Si ricongiunge all' amica, e si spostano a bordo sentiero: mentre una mangia, l' altra mi controlla
io mi siedo, sto quasi immobile, e non faccio altro che scattare foto: lei inizia a rilassarsi, e mangia qualcosa anche lei, ma di tanto in tanto scatta su a controllarmi, tipo un cucú
Buona l' erbetta eh?
Sul piú bello che prendiamo confidenza, si rompe l' incantesimo: arriva una coppia di chiaccheroni che rompe le balle anche a me, figuriamoci agli stambecchi
Le due amiche si spostano a monte del sentiero e guardano con aria alquanto seccata...
anzi, una pare stia proprio porconando!
Lascio andare avanti i due guastafeste: faranno scappare tutti gli animali nel raggio di un chilometro, ma almeno se lascio che prendano distanza, si spera che qualcuno nel frattempo ritorni...
Arrivano anche le nuvole... err qualcuno le aveva invitate?
Tutti tacciono
Proseguo verso il passo
Arrivo finalmente al valico: da qua sarà tutta discesa
Appena calo dall' altra parte trovo un giovane stambecco maschio, che sia lo stesso di ieri?
E qua accade la scena grandiosa: io che mi cambio maglia e mi do un' asciugata, lui che si gratta e scorreggia come un treno, se arriva qualcuno pensa di essere nel cesso delle Alpi
Bon, finita la scenetta, mi rimetto in cammino, e non è che prometta benissimo...
Anzi, faccio giusto a tempo ad entrare nei tratti misto-bosco che comincia a piovigginare, poi quando entro nel bosco, poco prima di incrociare la strada delle malghe, comincia a diluviare...
Ma quella brutta XXXXXXX, non potevi aspettare mezz'ora che arrivavo alla macchina?
Butta su antipioggia, coprizaino, e via tra un porco e un' eresia...
Smette di piovere proprio quando arrivo a collegarmi con la pista da sci, e lei mi guarda sconsolata
Arrivo in parcheggio e torna bello, è una presa per il kulo...
Finisce cosí la mia prima avventura giuliana: che dire, le Giulie sono qualcosa di astronomico, allucinante, stupefacente...
Sono molto simili alle Dolomiti per certi versi, molto diverse per altri, soprattutto piú aspre e meno "addomesticate".
Il loro fascino è magnetico, sono stregato, e questa uscita sarà solo la prima di una lunga serie