artemisio60 ha scritto:Ah, ecco, Luca... allora lo fai di mestiere...
Il tuo lavoro è legato alla montagna e conosci bene i termini tecnici nelle varie lingue, quindi magari fai la Guida Alpina o forse lo scrittore o il traduttore di testi che trattano di montagna.
Bello, deve essere molto impegnativo ma altrettanto bello e stimolante coniugare lavoro e passione per la montagna.
E chissà quante persone dell'ambiente conosci.
Mi fa piacere che consideri interessante la piega che ha preso questa discussione. In tutta sincerità devo però confessarti che la porto avanti per motivi principalmente egoisitici.
Caro Artemisio,
poco importa cosa faccio o non faccio... Peraltro la mia identità è il segreto di Pulcinella...
Il mio lavoro è legato ANCHE alla montagna ma non sono Guida Alpina, ci mancherebbe...
La discussione sì, mi piace e voglio vederla continuare. Ti faccio un solo appunto:
la tua confessione è decisamente ridondante...
Tutti noi portiamo avanti le nostre discussioni e la nostra attività per motivi egoistici, edonistici, di orgoglio e quant'altro. E' umano e normalissimo.
La montagna è libertà e lo scalare le montagne, come anche salire le vie di arrampicata è spesso un andare al di là dei propri limiti (desiderio egoistico) e gioire dei propri progressi (piacere anche edonistico).
Il fare cose che, magari, per i vicini di casa fanno pensare alla necessità di un TSO come mettersi in giardino a fare i deficienti con una corda sotto la pioggia per imparare a fare i nodi è un qualcosa che comprende bene chi, magari, per abituarsi, passa il suo tempo in ufficio in giacca e cravatta mentre, non visto, si è infilato le scarpette da arrampicata nuove e le tiene ai piedi, ululando, per far prendere loro la forma ed abituarsi alle stesse...
Sono tutti comportamenti da malati gravi di montagna e di verticale.
Il saper crescere non solo a livello atletico, ma soprattutto introspettivo, mentale o, per chi ci crede, spirituale, è il passo successivo, quello che permette di godere appieno della montagna.
Il verticale, anche sulla plastica, può aiutare tutto questo, anche se, dal mio punto di vista, rimane solo un piacevole modo per tenersi in allenamento e per socializzare tra persone con gusti simili. Nulla vieta, peraltro, a chi pratichi l'arrampicata in sé e per sé, di provare le stesse sensazioni e di avere la stessa introspettività id chi va per monti...
La montagna e il verticale, lo ripeto sono sinonimi di libertà...
La libertà totale, però, essendo estremamente vicina se non sinonimo di anarchia, è un'arma estremamente pericolosa che, prima di poter essere messa nelle mani di qualcuno, prevede un lungo periodo di istruzione, con materie che si chiamano introspettività, conoscenza di sé stessi, rispetto dell'altro, ed una miriade di altri aspetti "culturali" (intendendo la cultura di livello superiore, termine la cui accezione da me attribuita, ne sono certo, comprenderai appieno) necessari per potersi avvicinare alla vera libertà di chi sa di essere parte di un tutto e non quella di chi crede che tutto esista in sua funzione.
Adesso ti lascio alle discussioni con gli altri utenti. Mi ero ripromesso di scrivere il minimo possibile e di fare solo il Moderatore... (sai com'è, c'è gente che se usi il congiuntivo entra nel panico ed altri che semplicemente sono infastiditi dalla presenza di teste pensanti in grado di parlare e di scrivere...). I tuoi interventi hanno fatto scattare la scintilla al dialogo, al fluire joyceiano dei pensieri e delle opinioni. Sherpa, Sergio ed altri saranno tuoi ottimi compagni di chiacchierata, se saprai entrare in sintonia con loro. Esattamente come quel burbero di Fedipos potrà essere, tra un vaffa e l'altro, la fonte più cristallina per la conoscenza non solo della tecnica, ma della montagna a 360°.
Buone discussioni, io torno ad accovacciarmi sulla piccionaia del Moderatore.