da fudos » 14/05/2012, 20:47
qua il resocondo ufficiale della salita
Manaslu, Piazza a sorpresa appare in vetta
LA SPEDIZIONE VERONESE-TRENTINA. Colpo di scena: a tarda notte l'alpinista di Brentonico raggiunge i compagni a quota 7.000 e annuncia: «Sono arrivato in cima»
«Exploit» del trentino che «carbura» a formaggi e affettati: era più in alto degli altri ed è riuscito a superare anche la barriera del vento di bufera
13/05/2012 E-MAILPRINT
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Il Manaslu, 8.163 metri, dal sanscrito «manasa», «Montagna dello spirito». E lo spirito di gruppo ha regalato, «in extremis», la gioia della cima
Dalla delusione al trionfo. A sorpresa. L'alpinista trentino Walter Piazza rientra alle 22 dell'altra notte (ora locale, in Nepal) al campo a 7.000 metri, dove erano già Maurizio Giordani e Marco Heltai e annuncia: «Sono andato in vetta». Per ora non ci sono notizie più precise sulla dinamica di questo «exploit» che equivale a una vittoria di gruppo per la «Manaslu Climb Expedition 2012». Un risultato che premia e risarcisce la fatica. Sforzi culminati nel tentativo di salita di Heltai e Giordani frenato, oltreché dal vento impetuoso, dall'estemporanea operazione di ricerca e soccorso di un alpinista iraniano. Il quale ora, purtroppo, viene considerato morto. Un dramma che rovina il clima di festa al campo base, dove si è riunita, dopo giorni, la spedizione veronese-trentina. Anche se, ovviamente, nevica ancora. Walter Piazza, titolare di un'impresa edile a Brentonico, si trovava, da quanto si comprende dalle scarne e disturbate informazioni arrivate via satellitare, poco più in alto nella salita, circa 7.800 metri, rispetto a Giordani ed Heltai. Questi ultimi, rallentati dalle condizioni metereologiche proibitive, hanno poi deciso di sospendere l'avanzata per cercare tre iraniani, partiti con loro e svaniti nel nulla. Due sono stati ritrovati; per il terzo, comunicavano ieri dal campo base a 4.800 metri, «non ci sono più speranze». Piazza, probabilmente, non s'è accorto di quanto stava accadendo dietro di lui. Ed è riuscito, con una prestazione eccezionale, a raggiungere quota 8.163 metri, la vetta del Manaslu. «Sapevamo che era fortissimo», dice Sonia Messetti, giovane avvocato caprinese che aveva accompagnato la spedizione all'aeroporto di Malpensa nel giorno della partenza. «Era l'unico, nel gruppo, a viaggiare con un semplice borsone grigio con la pubblicità della sua ditta come solo sponsor... Oltre a un pacco di sette chili di salumi e formaggi, la sua particolare dieta himalayana... che evidentemente ha funzionato». «Davvero grande», commenta Beppe Pighi, il quale da Verona ha seguito passo per passo traversie e speranze della spedizione. «Raramente ho sentito di una cosa simile... in quelle condizioni la sua impresa ha il marchio del fuoriclasse. Alla fine il gruppo ha vinto e, nelle spedizioni himalayane, questo è l'importante...». Finora solo due veronesi, Andrea Montolli e Andrea Zambaldi, erano riusciti a salire su un Ottomila. Ora il gruppo scaligero-trentino resterà al campo base per un paio di giorni prima di intraprendere il trekking del ritorno. Con il dolore di un dramma alle spalle. E di una vittoria strappata in «zona Cesarini».