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Caratteristiche
- Moderatamente difficile il percorso attrezzato. Cautela nei passaggi non attrezzati.
- 2.30h l'intera salita dal rifugio Vicenza di cui 50' ca. per giungere all'attacco della parete; in discesa, a piedi, fino alla stazione a valle della telecabina 3.00h ca.
- 700mt l'intera salita di cui 400mt lungo i quali si trovano passaggi attrezzati.
- - rifugio Demetz
- rifugio Vicenza
- rifugio Sassopiatto
- rifugio Pertini - 0471-795175
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 2.5 |
Esposizione | 3 |
Varietà passaggi | 2.5 |
Impegno fisico | 3.2 |
Interesse paesaggistico | 4.2 |
Numero votazioni | 89 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata O. SCHUSTER
Vetta SASSOPIATTO
BY - VIEFERRATE.IT - 2016
L'itinerario ripercorre una vecchia via aperta da Oskar Schuster e Wilhelm Lohmuller il 19 agosto del 1896, già segnalato ed attrezzato con qualche corda fissa ed infissi metallici nell'anno successivo; ideale per chi voglia trascorrere una giornata in un ambiente grandioso e selvaggio percorrendo un itinerario logico e completo.
PERCORSO STRADALE
Provenendo in Val di Fassa, si oltrepassa il Passo Sella-Albergo Maria Flora e si scende per poche centinaia di metri verso la Val Gardena; dopo una curva a sinistra, in corrispondenza del rifugio Passo Sella -2176mt- si apre un ampio rettilineo con piazzali di parcheggio sui lati: occorre girare quasi subito a sinistra lungo la stradina sterrata in leggera salita che in pochi metri consente l'accesso al parcheggio adiacente la stazione a valle della cabinovia Sassolungo.
AVVICINAMENTO
Punto di partenza della via è il rifugio Vicenza il cui percorso più comodo per raggiungerlo consiste nel salire da prima a Forcella Sassolungo-rifugio Toni Demetz -2681mt- in circa 15 minuti attraverso la cabinovia o in alternativa si può percorrere a piedi, in circa 1.30h, il ripido e faticoso sentiero a zig-zag che percorre il ghiaione che scende dalla Forcella Sassolungo. Dalla Forcella Sassolungo ci si "tuffa" nel Vallone del Sassolungo lungo un sentiero che, pur senza presentare rischi particolari, richiede comunque di essere percorso con attenzione per la presenza di detriti e massi instabili . Nelle prime ore del mattino il canalone, stretto tra il Sassolungo (a destra) e la cima Dantersass (a sinistra), si presenta freddo, cupo e con un'acustica molto particolare che conferiscono all'ambiente una nota molto selvaggia, in acceso contrasto con i prati verdeggianti dell'Alpe di Siusi che si intravedono in lontananza. Il sentiero, che da molto ripido all'inizio si stempera poi in facili piste sassose con pendenze più moderate intervallate con tratti quasi pianeggianti, conduce al rifugio Vicenza (2253mt-45' fin qui) , proprio alla base settentrionale della Cima Dantersass. Seguendo la segnaletica iniziale si aggira la Cima Dantersass verso sinistra lasciando il rifugio sulla destra, e si punta decisamente in direzione S-SO verso la parte più alta della detritica Conca del Sassopiatto (dominata dall'arco costituito,da sinistra a destra, dalla Cima Dantersass, dalla Torre Innerkofler, dal Dente del Sassolungo,Sassopiatto e Torri del Sassopiatto),dapprima seguendo la traccia di un manufatto per il convogliamento delle acque di fusione al rifugio, poi per zone più articolate e varie, per poi impennarsi verso destra lungo il ripido cono detritico finale alla sommità del quale è situato l'attacco della ferrata Oskar Schuster (2560mt circa-1.30h fin qui).
LA FERRATA
Attraverso alcune roccette si lascia la conca detritica ed iniziano le segnalazioni in vernice rossa che ci guideranno lungo l'interno percorso. Da notare che la ferrata Schuster non ha un classico inizio con tanto di targa metallica ma piuttosto dei tratti attrezzati sparsi qua e là lungo il percorso e che comunque coprono solo parzialmente lo sviluppo della via. Dopo aver indossato le protezioni si traversa un ghiaione, che anche in tarda stagione può presentare ancora tracce di neve ghiacciata e si risale un piano inclinato raggiungendo così il primo spezzone di cavo metallico che comunque termina già dopo 2-3 mt oltre lo spigolo . Si risalgono alcune roccette non attrezzate , si ritrova nuovamente un breve spezzone di cavo e si entra in un canalino con progressione in "libera" utilizzando i "comodi" gradoni rocciosi . Giunti alla base di un salto roccioso si fruttano, oltre al cavo , anche 2 staffe metalliche traversando poi a destra con roccia sempre piuttosto gradinata ed ulteriore presenza di staffe nonostante le difficoltà davvero contenute. In questo tratto è presente parecchio materiale detritico che invita più che mai a muoversi con cautela . Si entra ora in un classico vallone dolomitico da risalire superando roccette "appoggiate" con il cavo metallico che, seppur gradito per la sicurezza, viene a tratti ignorato per la progressione vista la possibilità di avanzare divertendosi con i comodi appigli presenti. Si guadagna gradualmente quota e ci si addentra in un ambiente che si fà sempre più suggestivo attraverso questa Via, la Schuster, che come anticipato sfrutta i punti deboli del versante roccioso offrendo molti passaggi in "libera" con una esposizione mai troppo accentuata. Nella parte alta del vallone, il cavo si porta alla sinistra dello stesso risalendo probabilmente il tratto più verticale della Via , aiutati all'attacco da una staffa ; la salita è piacevole, gli appoggi per i piedi non mancano, tecnicamente nulla di particolarmente impegnativo ma la stanchezza che comincia a farsi sentire consiglia comunque di progredire con cautela fino ad uno spuntone roccioso presso il quale, con un'uscita piuttosto suggestiva , una comoda Forcella invita alla sosta sia per apprezzare il panorama che per rifiatare. Alla ripartenza, all'estremità opposta della Forcella si trovano da subito le attrezzature metalliche che inizialmente, attraverso una lunga serie di staffe , superano una placca particolarmente levigata poi, in uscita, una robusta scala appoggiata permette si superare un salto altrimenti piuttosto ostico per ritrovare poi una breve serie di staffe metalliche . Si continua ora con la presenza del solo cavo e ci si addentra in un anfratto di stretti canalini e caminetti dove si trova depositata una notevole quantità di materiale detritico uscendone nei pressi di uno spigolo dal quale poi si continua la risalita ma in ambiente ora piuttosto arioso ritrovando una lunga serie di roccette che fondamentalmente hanno caratterizzato buona parte della Via ovvero ottime possibilità di arrampicare senza "tirare" necessariamente sul cavo. Un comodo pulpito panoramico permette di riposare ed apprezzare l'ambiente circostante ora ricco dei classici pinnacoli dolomitici mentre la successiva ripartenza offre ancora qualche metro di risalita attrezzata senza particolari difficoltà con i soliti comodi appoggi per i piedi eccetto la stanchezza che a questo punto comincia a farsi sentire e cìò invita a progredire con cautela visto che poi la vetta non è poi così lontana. Si passa nei pressi della Forcella delle Torri che separa le Torri dal Sassopiatto vero e proprio; affacciandosi sul versante N della Forcella si resta impressionati alla vista del buio e strapiombante canalone ghiacciato che cala verso la Val Gardena mentre pochi metri oltre termina la Via ferrata Schuster intesa come percorso attrezzato. La salita alla vetta prosegue invece inizialmente a sinistra percorrendo la parete SE del Sassopiatto in direzione SO, attraverso una cengia fino all'imbocco di un lungo canalone da superare in facile arrampicata seguendo i molti bolli rossi ma con molta attenzione in quanto innanzitutto non assicurato inoltre ricco di materiale instabile anche se spesso i segnavia portano a camminare sui lati esterni dove la roccia è più solida . La parte alta e terminale del canalone è rappresentata da un intaglio nella roccia con larga crestina finale presso la quale terminano le difficoltà tecniche, pochi metri sotto la cima di Mezzo del Sassopiatto (2955mt) contraddistinta da una croce metallica . Da qui, con brevi digressioni, è possibile percorrere la cresta sommitale per raggiungere la panoramica Cima NO (2938mt-10' dalla cima di Mezzo) o, con qualche passaggio di I°, la Cima SE (2964mt-20' dalla cima di Mezzo).
DISCESA
Dalla cima si scende verso O lungo il vastissimo e detritico piano inclinato occidentale , che si percorre interamente fino a raggiungere una fascia erbosa che in breve conduce all'ampia sella del Giogo di Fassa con il rifugio Sassopiatto (2300mt-1.15h dalla cima); lungo la zona detritica il percorso è ben segnalato con ometti di pietre. Dal rifugio Sassopiatto si imbocca il sentiero Federico Augusto che, con lievissimi saliscendi, conduce al rifugio Sandro Pertini - 2300mt, al rifugio Federico Augusto - 2298mt e, alla fine della breve salita finale, alla Forcella Rodella - 2308mt. Da qui si punta decisamente in basso verso NE attraversando per facili stradine ampie zone prative dedicate agli sport invernali (varie baite, alberghi ed impianti di risalita) e raggiungendo in breve il punto di partenza - 2176mt.
CONSIDERAZIONI
Il percorso è contraddistinto per tutta la sua lunghezza da contrassegni in vernice (rossa o bianco-rossa), che aiutano molto soprattutto nei tratti non attrezzati dove la presenza di varie gole o canali paralleli induce facilmente all'errore. I tratti non attrezzati sono numerosi e lunghi, soprattutto nella prima parte dell'itinerario: anche se le difficoltà non sono mai eccessive, si consiglia l'assicurazione a corda di eventuali neofiti. La difficoltà della Schuster non è quindi da attribuirsi tanto ai passaggi attrezzati che risultano essere piuttosto contenuti e piacevoli ma alla maggior parte del percorso che si sviluppa appunto lungo canalini e roccette esposte non attrezzate!!!.
QUOTE E TEMPI INTERMEDI:
- rifugio Toni Demetz (2681mt) - rifugio Vicenza (2253mt):45'
- rifugio Vicenza (2253mt) - attacco ferrata (2560mt):45'
- attacco ferrata (2560mt) - cima di Mezzo del Sassopiatto (2955mt):1.50h
- cima di Mezzo del Sassopiatto (2955mt) - rifugio Sassopiatto (2300mt):1.00h
- rifugio Sassopiatto (2300mt) - stazione a valle cabinovia Sassolungo (2176mt):2.00h
Commenti
La ferrata come detto è molto semplice e bellissima. La "difficoltà" è nei tratti non attrezzati, in particolare all'inizio. È bene osservare la roccia e gli appigli si mostrano leggermente levigati e anneriti dall'uso, facilitando la progressione!
Avere familiarità con l'arrampicata aiuta. Comunque non si è mai esposti durante questi tratti, basta non guardare in basso!
Ferrata piacevole e con panorami grandiosi. Rispetto ad altre ferrate fatte, sottolineo che alcuni tratti non sono attrezzati, con arrampicata di 1 e 2 grado. E’ richiesto un buon allenamento fisico, dato che il giro dal Demetz-Vicenza con discesa dal Sassopiatto e rientro al passo Sella comporta un impegno di almeno 6-7 ore.
Paesaggio dalla cima grandioso! Discesa verso il rifugio Sassopiatto lunga e noiosa.
Per iniziare consiglierei qualcosa di più facile e più corto.
Partire dal Passo Sella e raggiungere a piedi (quindi non utilizzando la cabinovia) l'attacco della ferrata è un gran dispendio di energie. Proseguire il giro e tornare poi al Passo mette alla prova la propria resistenza fisica.
Di per se la ferrata comporta una buona tecnica di arrampicata in libera vista la scarsità di tratti attrezzati.
Evidenzio il fatto che, benché luglio inoltrato, percorrere il canalone prima dell'inizio della ferrata, comporta un paio di attraversamenti di lingue di neve da non sottovalutare vista la loro pendenza!!!
Ferrata bella e divertente con parecchia arrampicata di I grado in libera, ma basta avere il piede fermo e assenza di vertigini (in qualche caso un po' esposta e qualche pietra si muove). La ferrata è attrezzata ottimamente, anzi escluse le scale e le staffe immediatamente sotto, tutti i pioli e le staffe nel primo tratto risultano inutili per i più esperti, utili nel caso di principianti. Conclusa in due ore pause incluse. Da consigliare anche a chi principiante volesse passare a qualcosa di più lungo. Avvicinamento con cabinovia di poco inferiore alle due ore con un passo rilassato.
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