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Caratteristiche
- Moderatamente difficile nel complesso con alcuni passaggi più impegnativi.
- - dalla seggiovia Vallon all'attacco 15';
- dalla cabinovia all'attacco 50'.
- ferrata 1.30h.
- dal termine della ferrata alla vetta del Lech de Boè 15'. - dalla stazione a monte della seggiovia del Vallon alla vetta 400mt ca. di cui 250mt la sola ferrata.
- - rifugio Kostner al Vallon
- rifugio Crep de Mont (cabinovia) - 0471-836266
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 2.5 |
Esposizione | 2.6 |
Varietà passaggi | 2.7 |
Impegno fisico | 2.4 |
Interesse paesaggistico | 4.1 |
Numero votazioni | 37 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata PIZ da LECH de BOE'
LECH de BOE'
BY - VIEFERRATE.IT - 2006
AVVICINAMENTO
L'attacco della ferrata è raggiungibile da Corvara-Bz tramite la cabinovia del Boè al Crep de Mont -2198mt- più la seggiovia Vallon -2537mt-: da quest'ultima una prima segnaletica indica la direzione per sentiero lungo un facile e breve ghiaione fino a raggiungere la parete dell'attacco (2560mt),in circa 15',mantenendo ad un primo bivio (segnaletica) la sinistra e poco dopo ad un secondo la destra. Se la seggiovia del Vallon non fosse in funzione si può anziché salire dal solito sentiero per il rifugio Kostner -segnavia 638-Albergo Boè sotto il passo Campolongo 1867mt-,utilizzare un tratto della via normale per il Piz da Lech de Boè prendendo il sentiero non numerato ma segnato che parte immediatamente ad ovest della stazione a monte della cabinovia del Boè. Dopo essersi portati in quota con qualche tratto attrezzato ed aver superato il lago Boè -che si può ammirare dall'alto-,il sentiero conduce su un dosso erboso dove una deviazione a sinistra (indicazioni),scendendo di quota,porta verso la stazione a monte della Vallon.
LA FERRATA
L'attacco (2560mt),rappresentato da un breve camino ,pur non risultando particolarmente impegnativo necessita a prima vista di una certa trazione sul cavo che però risulta essere,nell'estate 2006,particolarmente consumato quindi di scarsa presa,pertanto è consigliabile sostare un istante per scorgere gli appigli utili per la progressione. Immediatamente si traversa brevemente a sinistra portandosi così alla base di un canalino che risulta insidioso nel caso di una eventuale caduta sassi da parte di chi ci precede quindi è consigliabile superarlo senza perdite di tempo in direzione di una prima placchetta che si supera sfruttando la roccia gradinata alla sinistra di questa . Pochi metri di facili roccette ci mostrano il prossimo tratto attrezzato che traversa in diagonale verso destra con una certa difficoltà iniziale in quanto la roccia levigata non dà sicurezza negli appoggi dei piedi mentre nella parte alta risulta al contrario gradinata . Una serie di brevi e divertenti canalini conduce ad un doppio traverso la cui seconda parte rappresenta un passaggio sicuramente impegnativo con i piedi che trovano a fatica un appoggio sicuro mentre la parte iniziale aggira senza particolari difficoltà un esposto spigolo roccioso . Ecco una breve cengia che permette di sostare prima di un tratto verticale che se superato sfruttando con tranquillità i vari appoggi naturali presenti risulta meno insidioso del previsto mentre dal basso si intravede l'inizio dello spettacolare passaggio superiore che può essere considerato come il più impegnativo della via. Presso l'attacco del tratto in questione è il caso di studiare un'attimo il primo passaggio sfruttando così la fessura in diagonale per l'appoggio del piede destro ,la parte centrale mantiene un certo grado di difficoltà anche se la presenza di appigli può indurre a progredire senza l'ausilio dl cavo ,mentre il passaggio finale risulta ben più facile in quanto un comodo appoggio per i piedi facilita la salita sulla crestina di avvicinamento alle due scale metalliche . La placconata esposta e verticale viene appunto superata tramite 2 scale metalliche ed alcune staffe poste sia tra le 2 scale che al termine della seconda e proprio qui il passaggio d'uscita dalla placca risulta delicato nonostante la fitta ed utile presenza di staffe e pioli metallici . Terminare la placconata in questione significa portarsi circa a quota 2750mt e praticamente terminare ogni difficoltà della via poichè restano ancora pochi metri verticali di roccette non difficili ed una serie di gradoni e terrazzi detritici inizialmente ancora attrezzati che ben presto vengono sostituiti da una traccia di sentiero non ripido che in circa 15' raggiunge in cresta la croce sommitale del Piz da Lech de Boè a quota 2910mt. Spettacolare la vista sul laghetto ed omonimo rifugio Pisciadù ,la cima Pisciadù ,il Piz Boè e non ultima l'imponente Marmolada la cui visione al dire il vero accompagna durante gran parte della salita.
DISCESA
Per la discesa si segue verso est il sentiero della via normale di salita segnato con bolli rossi . Nella parte bassa della discesa si incontrano ancora un tratto attrezzato ed un salto finale verticale che si supera grazie alla presenza di una serie di staffe metalliche che portano al pendio ormai in parte erboso. Una prima chiara segnaletica indica la doppia possibilità di prosecuzione della discesa:
1- continuando diritto per il dosso si raggiunge la stazione a monte della cabinovia Crep de Mont (2198mt) passando nelle vicinanze del piccolo laghetto di Boè .
2- deviando a destra si torna al punto di partenza ovvero la stazione a monte della seggiovia del Vallon -2537mt. Questa scelta comporta il superamento di alcuni brevi tratti attrezzati su terreno un pò franoso passando nuovamente per il bivio incontrato alla salita .
CONSIDERAZIONI
Il rifugio Kostner dista circa 30' dall'arrivo della seggiovia ma non rientra obbligatoriamente nel percorso dell'escursione in questione. Durante i primi metri della ferrata è necessario fare attenzione all'eventuale caduta di materiale detritico presente che può essere mosso da chi ci precede.
Commenti
e a chi non ha forza di braccia , panorami mozzafiato con vista a 360 gradi molto molto appaganti sentiero di discesa scarsamente segnalato o con segnali assenti ma facilmente individuabile
Andrea Magnani - AE CAI Cesena
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