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Caratteristiche
- Estremamente difficile in particolare la prima metà.
- 2.00h la sola ferrata.
- - 710mt salita complessiva
- 400mt la ferrata. - abitato di Sarche ed al ritorno Ranzo.
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 5 |
Esposizione | 5 |
Varietà passaggi | 3.6 |
Impegno fisico | 4 |
Interesse paesaggistico | 2.1 |
Numero votazioni | 61 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata R. PISETTA
DAIN PICOL
BY - VIEFERRATE.IT - 2012
PERCORSO STRADALE
Fino a poco tempo fa per raggiungere la partenza di questa impegnativa ferrata si parcheggiava, accanto ad un un meccanico, sulla statale che porta da Trento ad Arco ma ora, siccome il sentierino passava su terreno privato, il comune ha creato una nuova partenza del sentiero di avvicinamento. Questa nuova partenza si trova a pochi metri da quella vecchia, sulla strada che porta a Madonna di Campiglio e offre anche un piccolo parcheggio. Uscire al casello autostradale di Trento (A22 Modena-Brennero), seguire la direzione Madonna di Campiglio-Riva del Garda e raggiunto l'abitato di Sarche-Tn imboccare la statale per Madonna di Campiglio,la stessa località la si può raggiungere direttamente da Riva del Garda per chi percorre la Gardesana. Subito dopo la rotonda -50mt- ancora nel centro del paese di fronte al distributore di benzina Q8 svoltare a destra (cartello che indica "Via ferrata Rino Pisetta") per stradina che porta al parcheggio della "Bocciofila Toblino" dove si può parcheggiare e prendere il sentiero per l’avvicinamento.
AVVICINAMENTO
Questa nuova partenza si collega ben presto al vecchio sentiero, inizialmente in leggera salita in direzione est e nord- est per poi proseguire pianeggiante sino a trovare una freccia bianco-rossa (prima di numerose frecce di indicazione) che indica in direzione ovest l’inizio del lungo canalone ghiaioso che porta sotto le pareti. Il sentiero svolta a sinistra e prosegue in diagonale verso sud-ovest costeggiando la base delle pareti fino ad arrivare ad un visibile pilastro con alla base una targa metallica che indica la partenza-570mt. Arrivati all'attacco è il caso di prendere fiato indossare l'imbracatura e di guardare la splendida vista sul lago di Toblino ed il suo castello,panorama che oltretutto accompagnerà quasi costantemente durante l'intera salita .
LA FERRATA
I primi venti metri della ferrata sono estremamente verticali e tramite cavo ma con pochissimi appoggi per i piedi si supera la prima placca ed un arioso camino che ci aiutano subito a capire di che pasta è fatta questa via e dà la possibilità,in caso di ripensamento,di abbandonarla a destra tramite un sentiero facile ed inizialmente anch'esso attrezzato. A sinistra si prosegue la Pisetta, prima superando una bella fessura , poi tramite un esposto traverso e successivamente con un'alternanza di placche diedri e traversi si raggiunge il primo posto di riposo all'ombra rappresentato da un sentiero di collegamento tra i primi due spezzoni di ferrata . Terminata l'eventuale sosta si riparte subito con un tratto verticale e molto esposto che dà la sensazione di "volare" su l'abitato di Sarche in particolare qualche decina di metri più su vi è una placca caratterizzata da una fessura che se non in possesso di tecniche di arrampicata viene superata facendo gran forza sul cavo cercando la massima aderenza con le suole delle scarpe. La parte superiore la definirei nel complesso leggermente meno impegnativa soprattutto per la presenza di 3-4 chiodi per appoggiare i piedi ed anche una maggiore presenza di appigli naturali che aiutano a dare sicurezza e stabilità ad una posizione spesso molto verticale ed esposta. Il secondo punto di sosta si trova a circa 100mt prima del termine della ferrata ed è il caso di approfittarne poichè nonostante questi 100mt non siano particolarmente impegnativi,la stanchezza nelle braccia incomincia a farsi sentire. Ripresa la salita affrontiamo questo tratto finale con molta calma gustando il piacere di risalire finalmente una parete sì molto esposta ma con alcuni appigli per i piedi forse non visibili immediatamente ma procedendo con cautela li si trovano,è necessario però affrontare il tratto con l'ottica dell'arrampicata più che della ferrata!!. E possibile capire quando mancano solo alcune decine di metri dalla fine della ferrata dalla presenza di una piccola madonnina e dall'agenda con le firme di chi ci ha preceduto . Terminato il cavo,il sentiero ci porta all'inizio di roccette molto facili anche se un pò pesanti per gambe e fiato ed in fine sulla crestina finale molto suggestiva e con passamano rappresentato da un cavo in acciaio. Alla fine di una quindicina di metri di crestina a circa 970mt una panchina in legno indica il termine della Pisetta!!.
DISCESA
Dalla panchina dirigersi verso nord e tenere la sinistra per un sentiero ripido e talvolta con traccia incerta che ci porta su una carrozzabile-sterrata. Giunti ad un quadrivio (fontanella e panchina) proseguire dritti, in circa 20 minuti si arriva in paese. Giunti in prossimità del paese di Rango puntare ad una croce in pietra alla cui base parte una nuova mulattiera in discesa. Al primo capitello (di San Vigilio) imboccare il sentiero di sinistra (si trova un cartello con le indicazioni per l’attacco della ferrata Pisetta). In circa 1,30h si giunge a Sarche aggirando il "Piccolo Dain" dove si può ammirare la sua vertiginosa parete est dove sono state tracciate vie di arrampicata di notevole importanza. Lungo il sentiero di rientro si passano ancora dei brevi punti attrezzati con un cavo passamano, nei tratti più esposti.
CONSIDERAZIONI
Nel complesso questa ferrata risulta estremamente difficile soprattutto per le tre placche verticali ed esposte praticamente prive di chiodi per i piedi (max.3-4) anche se, affrontandole e studiandole con calma, vi si possono trovare più appoggi naturali per i piedi di quanto non possa sembrare al primo impatto. Il 25 novembre 2012 la ferrata è stata riaperta dopo un completo restyling che ha provveduto al rifacimento di tutta la linea del cavo, modificato i sostegni e riposizionato alcune protezioni.
Commenti
In ogni caso è una ferrata per esperti. Panorama sicuramente bello, che ci accompagna per tutta la salita.
Ferrata molto impegnativa,specie il primo tratto verticale (soprattutto per chi,come me,non possiede tecnica di arrampicata),anche se all'apparenza può sembrare "innocuo".
Gli appigli artificiali sono pochi (5 o 6 in tutta la via).Man mano che si sale la roccia,per quanto levigata,offre più appigli naturali e diventa anche più piacevole la progressione.
Va comunque tenuto conto dell'estrema esposizione che caratterizza tutta la via.
Consiglio di percorrerla dopo aver provato la Marangoni,anch'essa molto esposta,ma tecnicamente più facile,che aiuta a prendere confidenza sia con l'esposizione che con il tipo di roccia.
Ferrata che richiede un elevato impegno fisico soprattutto nei primi 30 metri (roccia molto unta) e nelle due prime placche verticali. Il resto della via è molto arrampicabile e divertente.Più si sale, e più le difficoltà diminuiscono. A mio avviso non necessario usare scarpette d'arrampicata come invece suggerito da altri utenti: bastano un buon paio di scarpe leggere d'avvicinamento. Ultimo consiglio: se affrontata con calma, basta ragionare un attimo e di appigli se ne trovano in quantità.
Attacco subito verticale, come del resto tutta la ferrata, belle placconate buoni appigli se te li sai cercare ottima roccia e traversi strapiombanti.
Lunga il giusto con un buon dislivello totale da.700 mt.
Fatte tutte le ferrate più difficilie questa lo è di sicuro ma, la Magnifici 4 e' molto ma molto più difficile (un altro pianeta).
Ottima la descrizione di vie ferrate.it.
Baci a Nadia
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