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Caratteristiche
- Difficile ed esposta nella prima parte con il primo punto chiave molto difficile. Sicuramente molto meno impegnativa la seconda parte.
- - 3.00h la ferrata fino al Piz Selva
- 3.30h ca. la discesa con percorso tradizionale fino alla strada asfaltata. - dal passo Sella al Piz Selva circa 700m.
- passo Sella
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 4 |
Esposizione | 4.2 |
Varietà passaggi | 3.2 |
Impegno fisico | 5 |
Interesse paesaggistico | 5 |
Numero votazioni | 91 |
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VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata MESULES
PIZ SELVA
BY - VIEFERRATE.IT - 2007
AVVICINAMENTO
Partenza dal parcheggio del passo Sella - 2240m, più precisamente l'inizio del sentiero -n.649- che abbandona la strada asfaltata del passo si trova, a sinistra, alcune decine di metri prima dell'albergo Maria Flora arrivando dalla Val Gardena dove un primo cartello indica l'esatta direzione . In avvicinamento al versante Ovest del Sella si traversa in lieve salita alla base delle Torri del Sella inizialmente su terreno erboso poi avanzando su materiale detritico ed in circa 30' si raggiunge l'attacco della via -2290m- mentre alle nostre spalle, maestoso, fà bella mostra di sè il Sasso Lungo .
LA FERRATA
Il cavo metallico è raggiungibile dopo 2-3 metri di roccette non attrezzate e ormai da anni è stato spostato a destra rispetto all'originale. Si traversa inizialmente in diagonale a sinistra ma ben presto si inizia la risalita verticale della via affrontando una fessura da prima gradinata passando poi ad un lungo tratto attrezzato con pioli metallici che alterna passaggi con roccia levigata ad altri dove la presa è sicuramente migliore . Si guadagna circa un centinaio di metri di quota raggiungendo così una breve cengia che, alla nostra destra ,porta alla base del primo tratto chiave della via, sia per spettacolarità che per impegno, rappresentato inizialmente da una profonda fenditura da superare senza cavo di sicurezza eccetto una staffa nel tratto alto con almeno un passaggio di II° in una situazione in cui potrebbe essere utile avere una corda per assicurare eventualmente persone in difficoltà. Si fuoriesce dalla fenditura, si scende brevemente ad un pulpito di sosta ed è naturale volgere lo sguardo al tratto appena percorso in quanto molto suggestivo inoltre una breve sosta non guasta prima di risalire la scaletta metallica in quanto siamo a pochi passi dal secondo punto chiave della via, stavolta non rappresentato da una fenditura bensì da un "caminone" di una ventina di metri attrezzato con gradini in ferro ancorati alla parete. I gradini, cui ci si può assicurare con i moschettoni, non salgono verticalmente ma spostandosi progressivamente sulla destra ed è necessario procedere con cautela,eventualmente puntando la schiena anche sulla parete opposta (quella di valle), per evitare di perdere l’equilibrio sotto il peso dello zaino . Gli ultimi gradini sono fissati sulla parete opposta (di valle) , sicchè è necessario fare attenzione perché, per la limitatezza dello spazio a disposizione, il carico e l’ingombro dello zaino possono ostacolare la rotazione del corpo di 180° necessaria per invertire il senso di salita. Spettacolare l’uscita alla sommità della gradinata : essendo il diedro coperto orizzontalmente, il percorso aggira sulla sinistra la roccia di valle riportandoci all’esterno su un’esile terrazzino, da dove una seconda scala in ferro ci fa subito innalzare di quota di qualche metro. Il passaggio è molto esposto ma, in compenso, risulta perfettamente attrezzato e davvero spettacolare. Superata la scaletta, ancora un breve tratto con roccia levigata poi la progressione risulta più semplice in quanto la roccia molto frastagliata offre più possibilità di appigli ,una terza scaletta agevola ulteriormente la progressione e si guadagna quota senza incontrare particolari difficoltà alternando brevi tratti verticali all'interno di fessure ad altrettanti brevi tratti in traversata . Breve sentiero a mezzacosta, alcune facili roccette e si raggiunge la base di un'ampia conca detritica nella quale ci si addentra in completa ammirazione mentre sotto di noi si mostra in tutta la sua bellezza la Val Gardena arricchita dal fascino del gruppo Odle-Puez . Rapidamente ci si avvicina al margine destro della conca dove solo i primi metri sono ancora attrezzati e poi una lunga traversata su traccia di sentiero (segnavia bianco-rossi) indubbiamente più affannosa nella seconda parte (tornanti nel ghiaione) che porta in circa 30' senza nessuna difficoltà ad immergersi verso l'altipiano delle Mesule raggiungendo così la sella detritica racchiusa tra la cresta spiovente del Piz Ciavazzes ed il lati sud del Piz Selva, proprio quest'ultimo sarà l'obiettivo terminale della nostra salita. Lasciamo dopo una breve ma sicuramente benefica sosta la sella , dalla quale il panorama si conferma strepitoso , seguendo i segnavia verniciati sulla roccia inizialmente lungo una breve ed esposta cengia poi nuovamente in verticale superando tratti attrezzati mai impegnativi anzi talvolta utilizzando il cavo esclusivamente come scorrimano all'interno di un canalino gradinato. Ci si addentra in un paesaggio sempre più strepitoso ricco di pinnacoli molto suggestivi , la cima è ormai molto vicina, tempo di superare ancora alcune roccette , un comodo sentiero , e si sbuca letteralmente sull'altipiano delle Mesule . Lasciamo il terrazzo detritico ed in pochi minuti raggiungiamo la tanta sospirata ampia vetta del Piz Selva -2940m- dopo circa 3.00h dall'attacco. Ad est il paesaggio lunare dell’altipiano delle Mesules e del Sella con il Piz Boè a dominare la scena e la Marmolada sullo sfondo, ad ovest il massiccio del Sassolungo, il Catinaccio, a nord le Odle con il gruppo del Puez ed i Cir sopra Passo Gardena; in lontananza ad est si scorgono le Tofane, il Cristallo e l’Antelao, e a sud le Pale di S. Martino con la Fradusta, la Cima Vezzana ed il Cimon della Pala.
DISCESA
Tolta l'imbragatura si inizia il ritorno che in pratica nella prima parte non è altro che una lunga traversata e già in partenza offre una doppia possibilità infatti pochi metri sotto la vetta si trova la segnaletica che non lascia alternativa indicando come unico ritorno il sentiero n.649 lungo l'altipiano delle Mesules . La seconda possibilità consiste nel trascurare la prima segnaletica e quindi l'evidente traccia di sentiero proseguendo invece già dal Piz Selva, in quota,verso nord lungo la spettacolare cresta delle Mesules "toccando" così dapprima la vetta del Piz Gralba -2972m- e poi del Piz Miara -2965m- dove è posto un grande crocefisso . Dal Piz Miara si scende alla Forcella dei Camosci (2920m-qui una traccia di sentiero permette la discesa nel versante Gardena) e da qui i segnavia bianco-rossi portano rapidamente alla Sella Pisciadù -2910m- dove proseguendo a sud-est (destra) si incrocia in basso la traccia di sentiero da percorrere optando per la prima alternativa . A questo punto le due possibili varianti si unisco e si prosegue in direzione del piano carsico della Forcella d'Antersass , si incontra un paletto con ricca segnaletica e si giunge dopo circa 1.40h alla forcella dalla quale in effetti inizia la vera discesa attraverso il sentiero n.647 che devia a destra rispetto al tracciato percorso finora. Inizialmente si attraversa ancora l'altipiano detritico delle Mesules dove alcuni ometti di pietra fanno da guida ma in breve ci si "immerge" nella selvaggia Val Lasties che si percorre in tutta la sua lunghezza fino a raggiungere il Pian de Sella -2053mt- dopo circa 1.30h dalla Forcella d'Antersass. Sotto di noi ora vediamo la strada che porta al passo Sella dal versante Pordoi, strada che dobbiamo raggiungere ora in circa 40' procedendo a destra a quest'ultimo bivio tramite sentiero n.656 oltrepassando, prima di entrare nel bosco, un simpatico torrente. Giunti su strada asfaltata bisogna risalire 7 tornanti per riportarsi al Passo.
CONSIDERAZIONI
Varie le considerazioni che si potrebbero fare davanti ad escursioni di tale portata. Principalmente ci teniamo a specificare una particolarità riguardante il percorso di ritorno. Oltre alla già citata alternativa possibile in partenza dal Piz Selva, si può optare per un'ulteriore variante: se si sceglie come via di ritorno il sentiero n.649, quindi quello indicato dalla segnaletica presente poco sotto il Piz Selva , dopo circa 15-20' di marcia, con un pò d'intuito in quanto non segnalata, si nota alla destra una traccia che scende in direzione della Val Lasties ed evita in gran parte tutta la traversata dell'altipiano evitando così di passare per la Forcella d'Antersass. La traccia porta all'interno di un canalone con brevi tratti attrezzati ed incrocia più in basso nuovamente il sentiero n.647. E' una variante di cui difficilmente si trovano indicazioni sui testi ed anche sulle cartine, quando segnalata, lo è in modo poco marcato in quanto viene utilizzata sopratutto dalle guide per ritornare a valle con i clienti ed ha margini di sicurezza inferiori rispetto al percorso tradizionale quindi la scelta della via è a discrezione del singolo escursionista. Indipendentemente dalla via intrapresa nel ritorno, si finisce la discesa sempre nello stesso tratto di strada asfaltata quindi sarebbe sicuramente utile la presenza di una seconda macchina. Per quanto riguarda invece, nello specifico, considerazioni sulla via ferrata delle Mesule è giusto dire che non raggiunge, mediamente, difficoltà tecniche tali da giustificarne il giudizio così severo presente in molti testi tuttavia è da tener conto che non ha vie di fuga in caso di imprevisti quindi consultare accuratamente le previsioni meteo ed affrontarla solo se adeguatamente allenati.
Commenti
Rimane una ferrata certamente non adatta a tutti, prevalentemente per l'impegno fisico richiesto dalla prima sezione, e da affrontare con certezza di meteo stabile, per la mancanza di punti d'appoggio.
In generale, escursione non troppo lunga (siamo stati 6 ore e mezza soste incluse, utilizzando la discesa per il comodo sentiero "delle guide" che parte sotto il Piz Miara) e di grandissima soddisfazione per ambienti attraversati (bellissimo pure il torrente da guadare sul finale della discesa) e panorami.
ATTENZIONE: la bocchetta dei camosci é chiusa e non é da fare. C'è poi un cartello che da lì dice che sì scende al Passo Sella ma non abbiamo trovato nessun sentiero. State attenti perché é ingannevole e piuttosto pericoloso.
Sicuramente impegnativa e tecnica, lungo il rientro anche se facile.
Da fare solo con previsioni meteo buone e con buona preparazione fisica, ci sono diversi tratti privi di cavo di sicurezza.
La ferrata è molto arrampicabile senza ausilio del cavo.
In salita ci abbiamo messo 3:30 minuti di cui di movimento 2 ore per arrivare in cima.
Scendeno siamo andati fino a Piz Miara e poi abbiamo preso il sentiero che accorcia la strada che si prende da sotto Piz Miara. Adesso il sentiero è ben segnato e verso la fine c'è un pezzo di ferrata da fare con imbrago e caschetto.
Il tempo totale della discesa è stata di 2:50 minuti di cui di 1:56 di movimento.
Fate attenzione alle previsioni del tempo, noi siamo partiti con 4° al passo Sella e verso la fine in alcuni punti in ombra abbiamo trovato neve perchè la notte prima aveva piovuto. Ricordatevi di portarvi vestiario pesante si va dai 2200m ai 2950m.
Era la seconda volta che affrontavo le Mesules, la prima con il nuovo attacco in parete (il vecchio percorreva più camini rispetto all'attuale). Una delle più belle ferrate delle Dolomiti, difficile (non impossibile), esposta, con alcuni tratti non assicurati esposti (non li capirò mai), molto faticosa, nel complesso per ferratisti esperti. Rientro molto lungo. Il camino non ferrato rimane, a mio parere, il passaggio tecnicamente più impegnativo (pareti vetrate). La scaletta all'uscita del camino è semplicemente spettacolare: vietato soffrire anche minimamente di vertigini. La seconda parte,dopo il cengione, molto più facile.
Panorama dalla cima semplicemente immenso.
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