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Caratteristiche
- Difficile
- - complessivamente 6.00h ca.
- tratto attrezzato 3.45h - - salita 650mt
- discesa 650mt - - rifugio Pier Fortunato Calvi
- rifugio Sorgenti del Piave - STAMPA
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Media valutazioni
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VALUTAZIONE DELLA FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata C.A.I. PORTOGRUARO
MONTE CHIADENIS
Segnalata da MAURIZIO CELLI - 2010
PERCORSO STRADALE
Arrivare fino a Cima Sappada, frazione del comune di Sappada-Bl, ultimo paese della valle del Piave prima del confine con il Friuli Venezia Giulia. Il paese si trova lungo la strada regionale 355 ed è l'ultimo del Cadore/Comelico per chi proviene da ovest (Longarone, Pieve di Cadore, Santo Stefano di Cadore) e il primo della regione per chi arriva invece da est, dalla Carnia (Tolmezzo, Comeglians, Forni Avoltri). All'altezza della chiesa di Cima Sappada si gira, seguendo i cartelli segnaletici, per la stradina che porta alle sorgenti del Piave lungo la bellissima val Sesis (a sinistra per chi viene dal Veneto, a destra per chi proviene dal Friuli). Si prosegue quindi per la stretta e ripida carrabile che porta al rifugio Sorgenti del Piave (prudenza). Noi però lasciamo l'auto 500 metri prima della fine della strada in corrispondenza del tabellone in legno che indica l'inizio del sentiero per il rifugio Pier Fortunato Calvi (ampio e comodo parcheggio ai lati della strada). Da qui sono ben visibili il rifugio e i sovrastanti monte Chiadenis e Pic Chiadenis .
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio (1.815mt) inizia il largo sentiero n.132 che, in circa 50 minuti, porta al rifugio Calvi. La comoda mulattiera può anche essere tagliata passando per il ripido sentiero delle Marmotte che incontriamo dopo circa 15 minuti di cammino. Subito dopo la partenza dal parcheggio, inoltre, è possibile raggiungere direttamente la parete sudovest del monte Chiadenis,e il sottostante rifugio Calvi,tramite il nuovo sentiero attrezzato dei Fortini (cartello segnaletico rosso sulla destra) che passa, con l'ausilio di corde fisse, attraverso i resti della prima guerra mondiale, sul fianco sudorientale del Piccolo Chiadenis. Naturalmente, trattandosi di un percorso attrezzato, è necessario affrontarlo con equipaggiamento adeguato (kit, caschetto, imbrago). Al rifugio Calvi (2.164mt) un cartello segnaletico,posto proprio sul muro del rifugio stesso, indica sulla destra l'inizio della ferrata CAI Portogruaro al monte Chiadenis. Chi volesse effettuare il percorso attrezzato del Chiadenis in direzione sudovest-nordest non deve fare altro che girare a destra e proseguire per circa 5 minuti fino alla forcella che domina il rifugio (resti di postazioni militari). Qui ha inizio la salita sudovest del monte Chiadenis. Nella presente relazione,però,descriviamo il percorso contrario, quello classico nordest-sudovest. In questo senso,infatti, il tratto più impegnativo viene affrontato in salita. Dal rifugio, quindi, si prosegue per il sentiero n.132 e in circa 20 minuti si raggiunge il passo Sesis (2.312mt) punto di confine tra Cadore e Carnia. Dal valico si gode di un panorama molto suggestivo, specie durante le prime ore del mattino . Al passo Sesis si incrociano diversi sentieri. Un cartello giallo indica la direzione da prendere per raggiungere l'attacco della salita nordest del Chiadenis,lungo la via ferrata. Prendiamo,seguendo appunto le indicazioni del cartello, il sentiero posto più a destra n.173. Quest'ultimo taglia in orizzontale i prati posti sotto la parete nord del Pic Chiadenis ed è abbastanza esposto .Dopo qualche decina di metri si scende piuttosto ripidamente (prudenza in caso di bagnato),poi si risale e si torna a scendere sfruttando un breve tratto attrezzato. Si ritorna quindi a risalire fino a trovarsi proprio sotto la strapiombante parete nord del Pic Chiadenis . Poco dopo, in prossimità del passo del Cacciatore (2213mt), un cartello indica di girare a destra. Da qui, in pochi minuti, si sale fino all'attacco della ferrata,la quale ripercorre un vecchio e ardito sentiero utilizzato durante la prima guerra mondiale (circa 40 minuti dal rifugio Calvi e circa 1.30h dal parcheggio).
LA FERRATA
L'attacco è posto a destra della targa che ricorda la costruzione della via ,lungo il vecchio itinerario di guerra, da parte del CAI di Portogruaro. Il vero nome della via di salita sul versante nordest è Via di Guerra, mentre per Via ferrata CAI Portogruaro si intende il percorso sul versante sudovest, ma normalmente tutto l'itinerario è ricordato semplicemente come via ferrata del Monte Chiadenis. Si inizia salendo per una decina di metri a destra di uno spigolo,lungo roccia ben appigliata , fino a svoltare a sinistra in corrispondenza di un grosso masso incastrato in una fessura nella roccia . Si passa sopra il masso e si affronta un breve tratto in discesa in forte esposizione . Mediante l'utilizzo della corda si attraversa un piccolo spigolo e ci si porta all'inizio del lungo colatoio situato tra il Pic Chiadenis e il monte Chiadenis. Qui inizia il tratto più duro della salita costituito da ripidi camini e spigoli intervallati da brevi terrazzi. Trattandosi di un colatoio, è necessario fare costantemente attenzione al pericolo di caduta sassi. Ci si inoltra per un camino che inizialmente è abbastanza facile. Subito, però, la roccia diventa più liscia e povera di appigli e le difficoltà aumentano . Al termine di questo primo tratto si svolta a sinistra e si passa per una strettoia abbastanza insidiosa. Qui uno zaino troppo grosso può essere d'impaccio . Successivamente il colatoio si allarga e si riempie di sassi (attenzione a non smuoverli). Si restringe però quasi subito e la roccia torna ad essere molto buona ma più levigata . Dopo aver affrontato alcuni spigoli, si prosegue per un altro impegnativo camino che,prima verso sinistra e poi verso destra, porta ad un terrazzino dove bisogna fare molta attenzione a non smuovere detriti. Successivamente si affronta ancora una paretina e poi, a sinistra, un ultimo camino piuttosto insidioso dove la corda (solo nella prima metà del camino, nella seconda no) passa all'interno di alcuni manici di ferro che, all'occorrenza, possono essere usati come utili appoggi per i piedi . Al termine di questo tratto si è alla fine della parte più difficile della salita al monte Chiadenis. Di fronte a noi si apre una bellissima cengia, a destra della quale sono presenti i resti delle fortificazioni costruite durante la Grande Guerra. Ci si inoltra per la cengia in forte esposizione, si passa di fianco ad una singolare ringhiera posta sull'orlo del baratro che si apre sulla nostra sinistra,e si transita poi vicino ai resti di trincee della prima guerra mondiale (punto molto suggestivo con panorama stupendo). La cengia prosegue fino ad un punto in cui si interrompe. Qui si vira a destra e inizia un tratto di discesa, esposta ma non difficile ,dove bisogna stare molto attenti a non smuovere materiale. Si passa per una strettoia ,per attraversare la quale uno zaino ingombrante costituisce sicuramente un problema,e si risale per uno spigolo facile ma molto esposto , superato il quale ci si trova su un ampio terrazzo. Qui ci attende l'ultima difficoltà della salita, un camino da affrontare con l'ausilio di alcune provvidenziali staffe ,che ci deposita su una comoda balconata proprio sotto la cima. Un'ultima facile paretina ci porta in vetta al monte Chiadenis (2.459mt, croce e libro di vetta a circa 2.00h dall'attacco,3.30h dal parcheggio). Dalla cima del monte Chiadenis il panorama verso il Peralba ,i massicci dolomiciti dell'Antelao,delle Marmarole e del Sorapis, le Alpi austriache ,il Coglians e,in lontananza,Sernio, Grauzaria e Giulie, è semplicemente fantastico.
DISCESA
Dalla cima si prosegue in direzione sudovest (segnavia e ometti di sasso) dove sono ben evidenti le attrezzature che ci accompagnano lungo tutta la discesa. Si inizia scendendo per una paretina abbastanza rognosa, dal momento che è piuttosto liscia e le uniche utili staffe sono solo nella sua parte inferiore. Si continua ancora per un po' con le attrezzature fino ad arrivare ad una cresta non assicurata e molto aerea (prudenza). Successivamente la discesa torna ad essere attrezzata. Dopo un tratto abbastanza facile su roccette, la parete si inclina decisamente e ci si trova ad affrontare alcune placche più insidiose . Gli appigli comunque non mancano mai. Si prosegue su tratti assicurati non troppo difficili fino ad affrontare una seconda serie di creste e paretine un po' più impegnative . Al termine di questo tratto ci si trova al margine di un ripido colatoio (prudenza per i sassi) e lo si attraversa per un paio di metri scarsi (passaggio non attrezzato e franoso) portandosi sul lato opposto, per finire su una cengia esposta ma ben assicurata . Al termine della cengia si svolta a destra e, dopo qualche metro, ci si inoltra in un ripido camino,superato il quale uno spigolo un pò esposto ci porta ad un facile piano inclinato. Siamo quasi al termine della discesa, ma di fronte a noi si vede molto chiaramente l'apertura di un baratro proprio sopra la forcella dove ha termine la via ferrata . Ci troviamo infatti all'inizio di quello che è, senza dubbio, il punto chiave della discesa e, certamente, uno dei passaggi più difficili (se non il più impegnativo in assoluto) di tutto il percorso, sia nel salire che nello scendere. L'ultimo tratto della discesa sudovest del Monte Chiadenis è costituito da una ripida parete di una ventina di metri di altezza assicurata,oltre che con il consueto cavo di acciaio, anche con una catena. Si inizia scendendo lungo un'esposta parete di roccia levigata e spesso bagnata,che termina con una difficile schiena da discendere in trazione sul cavo . Si prosegue per un tratto più appigliato ma molto esposto, fino ad una seconda paretina, liscia e da affrontare sempre in trazione (meno difficile della prima). Si continua quindi tenendo la destra lungo una fessura appigliata ma sempre insidiosa. Si termina, infine, lungo una cengia esposta che ci deposita, senza ulteriori difficoltà, al fondo della via ferrata (2.209mt,1.45h dalla cima,5.15h dal parcheggio). Da qui, senza ulteriori problemi, discendiamo al rifugio Calvi e, per il sentiero di andata,in circa mezz'ora arriviamo al parcheggio (6.00h dall'inizio dell'escursione). Volendo, dalla forcella al termine della ferrata,anzichè scendere a destra al rifugio Calvi,si può proseguire verso sinistra e arrivare al parcheggio per il già citato sentiero attrezzato dei Fortini.
CONSIDERAZIONI
Escursione bellissima in un ambiente unico. La zona del Peralba-Chiadenis è piuttosto frequentata,anche per la vicinanza con le sorgenti del Piave.Non ci sono però quasi mai le file e le masse di turisti che si trovano sulle vicine Dolomiti. E non è raro affrontare la ferrata in completa solitudine. Il percorso si snoda al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, e l'Austria dista a poche centinaia di metri. Come già detto, in questa relazione abbiamo descritto il percorso nel senso nordest-sudovest (dal passo del Cacciatore al rifugio Calvi). In questa direzione, infatti, le difficoltà maggiori vengono affrontate in salita. Nulla vieta però di percorrere l'itinerario attrezzato del Monte Chiadenis nella direzione opposta sudovest-nordest. E' anche possibile salire e scendere il monte Chiadenis sempre per lo stesso versante. Sia in un senso che nell'altro, in ogni caso, è necessario porre sempre la massima attenzione a non smuovere i sassi che sono presenti su tutto il percorso e che possono costituire un pericolo per gli escursionisti che seguono. La via ferrata del monte Chiadenis è combinabile con la vicina via ferrata Sartor al monte Peralba. Con buon allenamento e sufficiente tempo a disposizione è possibile salire entrambe le vie ferrate in giornata, ma risulta molto più comodo e agevole affrontare le due ascensioni in due giornate diverse pernottando al rifugio Calvi.
Commenti
Rispetto ai commenti precedenti occorre segnalare l'avvenuta manutenzione su parte della via ferrata, soprattutto in discesa (con percorrenza in senso orario: Passo del Cacciatore, Cima Chiadenis, Rifugio Calvi). Lungo la via di salita sono stati riparati i due fittoni rotti e sostituito qualche pezzo di cavo che comunque in qualche punto risulta ancora abbastanza lasco. Rimane su questo tratto inoltre qualche sfilacciamento nel collegamento coi fittoni.
Nel tratto invece che dalla cima porta al rif. Calvi, il cavo è stato sostituito per buona parte nelle scorse settimane (giugno/luglio 2020) e risulta ben teso con tratte brevi tra i fittoni.
Concludo rimarcando quello che già altri commenti hanno segnalato: attenzione a non smuovere sassi, la discesa verso il Calvi è più impegnativa della salita (ma rimane questo il senso logico di percorrenza), attenzione all'ultimo tratto dell'accesso alla cima con un paio di punti esposti e senza cavo.
Via ferrata non per principianti e di buona soddisfazione per la varietà dei passaggi e la tecnicità di qualche punto.
Andrea Magnani - ANE Cai Cesena
La salita lungo la Via di Guerra è un po' impegnativa, ma divertente ed "arrampicabile" in molti punti. La discesa (lungo la CAI Portogruaro) è meno divertente con l'ultimo tratto su placca (cavo e catena). Ambiente grandioso e spettacolare con bellissimo panorama in giornate limpide. Non la migliore opzione per i principianti.
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